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Le ultime notizie ufficiali da fonti proprietarie risalgono a poco più di un mese fa e riguardano l’annuncio della nuova piattaforma Piracy Shield entro la fine di quest’anno ma non si fa nessun riferimento a come Agcom intenda ripredere il lavoro di blocco dei siti illegali per il prossimo campionato.

O perlomeno nei primi 4 mesi a partire da Sabato 17 Agosto con  gli anticipi fissati (Genoa vs Inter e Parma vs Fiorentina) fino ad  arrivare al mese di Dicembre quando dovrebbe essere pronta la versione 2.0 dello “scudo”.

Piracy Shield da dove l’abbiamo lasciata

A fare un riassunto di come la piattaforma ha terminato il lavoro svolto durante l’ultimo campionato c’è da chiedersi se e quanto l’efficacia promessa rimanga perlomento tale.

Non è necessario quantificare i provvedimenti emanati in base ai numeri che si leggono sul sito preposto e riguardanti domini ed IP bloccati ma piuttosto come gli strascichi delle azioni abbiano creato problemi (anche grossi) a siti legittimi (caduti nel blocco IP indiscriminato) ed ancora in attesa di sblocco.

La facoltà di sbloccare un IP Piracy Shield in  realtà non l’ha mai avuta ed è un problema basilare che deve essere risolto sia per non incorrere negli stessi errori evidenziati in alcuni casi, sia per poter alleggerire (anche da un punto di vista pratico e funzionale) gli altri attori del sistema ISP in testa.

calcio

Se un IP od un sito non rappresentano più un problema lo sblocco avrebbe un senso anche praticamente alleggerendo le strutture fisiche (degli ISP) che impiegano risorse per tenerlo “bloccato”.

Nell’ipotesi in cui la piattaforma non ottenesse in tempi brevi la facoltà di sbloccare (oltre che di bloccare) si profilano costi per l’adeguamento delle infrastrutture degli ISP che gli stessi non sembrano assolutamente intenzionati a supportare, senza contare il fatto che per il lavoro svolto fino ad oggi non hanno ricevuto nessun rimborso o alleviamento dei costi sostenuti.

Se il numero degli Ip e domini univoci  Fqdn (che erano stati concordati, come tetto massimo raggiungibile,  in fase di progettazione e sviluppo di Piracy shield)  sono pressochè terminati quanto durerà l’autonomia della piattaforma? di certo non l’intero campionato.

Un’altro spinoso aspetto è dovuto al fatto che durante il passato campionato molti siti illegali che trasmettevano partite del campionato in diretta senza detenerne i diritti hanno di fatto continuato a trasmettere indisturbati anche grazie agli accorgimenti “tecnici” di inserimento dei rispettivi siti  nei network CDN (Cloudflare in primis).

E’ recente l’intervento del direttore delle relazioni esterne e pubbliche di DAZN Romano Righetti, durante l’audizione al Senato dello scorso 11 Luglio, che propone l’obbligo ai CDN di acceditarsi alla piattaforma Piracy Shield    passo e passaggio ritenuto fondamentale per individuare i siti pirata e chiederne il blocco al CDN stesso.

Un pò pretestuoso obbligare un fornitore che elargisce un servizio di per se assolutamente legale e legittimo, a bloccare un suo “cliente”.

Sempre a proposito dello scorso campionato non solo i siti pirata (anche se non tutti) hanno continuato a trasmettere pressochè indisturbati, ma anche gli utilizzatori li hanno trovati esattamente dove sono sempre stati e rispondenti allo stesso dominio (o redirect).

E’ bastato usare una VPN od un sistema simile per aggirare il blocco e guardare le partite oltretutto protetti ed anonimi grazie alle caratteristiche native di una VPN.

A questo proposito, tranne l’associazione uso VPN = sono un criminale esternata qualche tempo fa sul proprio profilo LinkedIn dal commissario Agcom Massimiliano Capitanio che scrive

chi usa VPN non è un utente inconsapevole ma sa di commettere un reato.

 non si hanno notizie di come si voglia risolvere il problema (sempre che lo si tratti come problema e non come un dato di fatto che nasce da una sacrosanta scelta personale nel proteggere i propri dati e privacy online)

Anche questo aspetto però ancora irrisolto non fa altro che accreditare l’ipotesi che Piracy Shield non possa far molto di più di quanto non abbia fino ad ora fatto.

Un’ultimo ma non meno importante aspetto riguarda i tempi reali e realistici di sviluppo ma soprattutto di partenza della nuova piattaforma che, ad oggi, si profilano (salvo sorprese) ben lontani dal fissato “entro l’anno”.

Anche nel caso in cui la parte tecnico-operativa fosse già pronta gli aspetti giuridici e politici ne stanno allungando i tempi rimandando, o meglio, imponendo una seconda partenza dell’intero Iter per le concessioni chieste.

Non è compito dello scrivente fare un’analisi politica del “a che punto siamo”  e non ne sarei assolutamente in grado ma a fronte di queste irrisolte problematiche è lecito chiedersi cosa Piracy Shield possa effetivamente fare in più del semplice blocco che oltre ad essere inefficace (per la stragrande maggioranza degli utenti “illegali”) rischia di creare ulteriori danni a chi pirata non è .

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