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Piracy Shield blocca un IP legittimo

Nella serata del 9 dicembre 2024, alle ore 21:19 Piracy Shield blocca un IP appartenente al nodo Milanese di un Content Delivery Network (CDN) bloccando e rendendo inaccessibli svariati siti legittimi tra cui il noto sito di notizie DDAY.it

Era solo una questione di tempo e nemmeno l’aver oscurato Google Drive è servito da monito alle sempre più crescenti critiche e richieste di sospensione che Piracy Shield ha ricevuto nelle precendenti settimane e quelle seguenti l’accaduto. Sarebbe stato opportuno ed auspicabile che i “tecnici” della piattaforma avessero preso o sviluppato contromisure a questo tipo di errore.

Perfino Elisa Gnomi (Commissario Agcom) ne aveva chiesto la sospensione (anche temporanea) con la speranza che il tempo di inattività servisse a rivedere le politiche e gli aspetti tecnici correggendo gli errori.

uno stralcio dal suo post su Linkedln

Avevo proposto di sospendere perlomeno temporaneamente l’attività della piattaforma Piracy Shield, oggetto di numerosi malfunzionamenti nei mesi passati e sabato scorso di nuovo al centro delle polemiche per l’accidentale blocco di Google Drive”. La maggioranza del consiglio di Agcom ha votato però no. Piracy Shield rimane in funzione.

Oltre al NO ricevuto la Commissaria è stata anche minacciata di eventuali azioni risarcitorie per le sue dichiarazioni contro il sistema ed in opposizione alla maggioranza dei suoi colleghi in Agcom.

Piracy Shield
Piracy Shield

Piracy Shield aveva bloccato anche TivuStream, ma chiaramente la notizia non aveva lo spessore di un blocco ad un sito della taglia di DDAY, ma ciò che emerge è che, di fatto, nessuno è in grado di quantificare il vero numero di siti oscurati per errore e quanti danni questo sistema stia continuando a generare.

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L’atteggiamento sempre più repressivo e l’ostentazione dei risultati che la piattaforma sta ottenendo (senza però menzionare gli errori commessi, se non in maniera superficiale e minimalista) stanno rendendo il sistema Piracy Shiled un boomerang che rischia di decapitare la libertà ed i diritti di tutti.

In definitiva è ormai ampiamente lampante quanto l’approccio sia sbagliato fin dagli esordi, figlio settimino di urgenza e causa. Un sistema nato sordo agli avvertimenti degli addetti ai lavori (esperti di IT e gestione reti, docenti di informatica,…) ed ai consigli di chi la rete la conosce bene e sopratutto ne segue l’evoluzione quotidiana.

Cosa auspicarsi ora? di sicuro che chi governa e gestisce Piracy Shield faccia un bagno ed una doccia di umiltà e cominci ad ascoltare professionisiti e tecnici, se davvero si vuole rendere la piattaforma efficace e nel contempo ripettosa dei diritti e delle normative vigenti che regolamentano le attività in rete.

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