E’ notizia del 28 Giugno scorso quando sulla pagina del supporto di OpenDNS appare l’annuncio dell’interruzione del Servizio in Francia (ed altri territori Francesi) e Portogallo.
Per capire cosa è successo bisogna risalire al 2023 quando Canal+, in Francia, chiede ed ottiene dal giudice l’oscuramento di 117 nomi di dominio riferiti ad un centinaio di siti che trasmettevano partite di Calcio (principalmente incontri di Champions League e Premier League). Da un punto di vista pratico il giudice intima ai Provider di rete di bloccare i DNS proprietari affinchè i siti non possano essere raggiunti.
Gli ISP Francesi obbediscono ma di fatto cambia poco. Come in tutti i sistemi di blocco DNS imposti, esattamente come ha fatto fino ad oggi Piracy Shield, basta dotarsi di un DNS “custom” o privato differente da quello imposto dal proprio provider per eludere il blocco e continuare ad avere accesso ai siti dichiarati bloccati.
Molti Francesi quindi, sfruttando i DNS custom, hanno continuato ad accedere ai siti bloccati e guardare gli incontri indisturbati. Quello che peraltro è successo in Italia durante lo scorso campionato e che ha reso l’efficacia di Piracy Shield ben al di sotto delle aspettative nonostante i proclami.
A questo punto Canal+ cambia strategia e si rivoge nuovamente al Giudice che questa volta emette sentenza contro I provider di DNS custom e destina il provvedimento a Google DNS 8.8.8.8 e 8.8.4.4, CloudFlare DNS 1.1.1.1 ed appunto OpenDNS.
Da quello che sappiamo e dalle notizie che trapelano in rete Google darà seguito all’ingiunzione del Giudice, Cloudflare non ha ancora risposto ( e presumibilmente non lo farà come successo in e per altre diattribe) ed openDNS ha deciso di interrompere il Servizio su suolo Francese e Portoghese (In Portogallo su richiesta a seguito di infringimento dell’articolo 210-G(3) del codice di protezione del Copyright Portoghese).
OpenDNS non è un servizio a pagamento, tutt’altro, per cui la decisione che hanno intrapreso non ha ripercussioni “economiche” ma è piuttosto un gesto forte pieno di disappunto e che ha origine dal credo di OpenDNS secondo il quale nessuno deve subire restrizioni o censure.
Non deve essere recepito come una resa ma piuttosto come una presa di posizione chiara e fedele alle proprie convinzioni che fanno di OpenDNS uno dei provider più utilizzati e di fatto tra i pionieri della risoluzione DNS “privata” fin dal 2006.
Quello che è successo in Francia segna un precedente che è anche un meraviglioso “assist” (tanto per rimanere in tema calcistico) a tutte quelle piattaforme, organismi, strumenti che combattono la pirateria nei rispettivi Paesi.
Non è fantascentifico pensare che l’Italiano Piracy Shield prenda la palla al balzo ed affini le armi. Del resto se la nuova piattaforma prevista entro la fine di quest’anno promette strumenti e tecnologia più efficaci di quanto dimostrato fino ad ora, ci si aspetta un sostanziale cambio di marcia.
Ed è forse da quanto successo in Francia che il Commissario Capitanio tiene a sottolineare quanto sia fondamentale la collaborazione con i Big del Web nell’implementazione della prossima piattaforma anti pirateria..magari senza cause e tribunali.