Google ha raggiunto un accordo per risolvere una causa da 5 miliardi di dollari riguardante la violazione della privacy. L’azienda era stata accusata di tracciare gli utenti che utilizzavano la modalità “incognito” sul suo browser Chrome o funzionalità simili in altri programmi di navigazione.

La causa legale collettiva (Class Action), avviata nel 2020, sostiene che Google abbia ingannato gli utenti facendo loro credere che le loro attività non sarebbero state monitorate se avessero utilizzato la modalità incognito. Tuttavia, le tecnologie pubblicitarie di Google e altri strumenti di ricerca come analytics, i cookies e le app avrebbero continuato a registrare i dettagli delle visite degli utenti, nonostante la navigazione apparentemente privata.

Secondo l’accusa, questa pratica ha trasformato Google in un “inspiegabile tesoro di informazioni”, permettendo all’azienda di conoscere dettagli personali come gli amici, gli hobby, i cibi preferiti, le abitudini di acquisto e anche “cose potenzialmente imbarazzanti” cercate online. La causa intentata contro il colosso dei motori di ricerca afferma che Google ha creato un accumulo di informazioni così dettagliate che nemmeno Il celebre George Orwell con il suo Grande Fratello avrebbe potuto immaginare.

L’accordo, raggiunto giovedì scorso, deve ancora essere approvato da un giudice federale e i termini economici non sono stati resi noti. Gli avvocati dei querelanti avevano richiesto un risarcimento di 5 miliardi di dollari e si prevede che presenteranno una proposta di accordo definitivo in tribunale entro il 24 febbraio. Google non ha ancora commentato l’accordo o fornito dettagli sulla situazione.

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Recentemente, Google ha annunciato l’iniziativa Privacy Sandbox, con la quale l’azienda intende ridurre, se non eliminare del tutto, l’uso dei cookie di terze parti nel suo browser Chrome. Questi cookie permettono ad agenzie e organizzazioni di conoscere le preferenze e le abitudini delle persone al fine di creare profili per mostrare annunci pubblicitari. Ad esempio, le ricerche effettuate su siti di e-commerce possono essere riproposte anche su altri portali grazie alla condivisione dei cookie.

A partire dal primo trimestre del 2024, Google inizierà a ridurre la raccolta di questi elementi, in modo che solo l’1% degli utenti di Chrome lasci tracce online. Questa iniziativa dimostra l’impegno di Google nel proteggere la privacy degli utenti e nel migliorare la trasparenza riguardo alle informazioni raccolte.

Senza dover sembrare maligni c’è però da chiedersi se l’introduzione di Privacy Sandbox sia una mossa studiata ad hoc presupponendo che Google sapesse di essere nel mirino già da tempo, non si fa di tutta l’erba un fascio ma di sicuro Google vista la sua posizione predominante dovrebbe avere un atteggiamento più protettivo nei confronti dei miliardi di persone che ne fanno uso o si fa la figura dei despota.

Abbiamo affrontato più volte questo argomento e la protezione della Privacy riteniamo sia un diritto fondamentale, abbiamo parlato di Data Brokers e di quali sono e perchè usare Motori di Ricerca alternativi e sicuri o ancora quale Browser è sicuro nella protezione dei dati. 

Nonostante esistano quindi alternative o modi per proteggersi la stragrande maggioranza degli utenti “internet” spesso per comodità o abitudini acquisite continua a fare gli stessi errori, parliamo spesso di VPN che associata ai suggerimenti dati e di quanto sia l’unico vero metodo e modo per proteggersi dai tracciamenti e dalle invasioni di Privacy a cui siamo continuamente esposti.

Questo, nonostante il fatto che ancora molte persone abbiano dubbi o forti indecisioni in merito all’uso di una VPN, dovrebbe essere fonte di riflessione e di estrema valutazione. La Privacy è un diritto sacrosanto e le uniche persone che hanno il diritto di averci a che fare siamo noi stessi.

Riprendi in mano la tua Privacy 

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