Piracy Shield è una piattaforma che si propone di proteggere i contenuti digitali da violazioni di copyright e di combattere la pirateria online. E’ lecito domandarsi se Piracy Shield sarà soggetta ad un adeguato controllo e se gli strumenti utilizzati potrebbero invece essere usati in modo illecito?.

Quali sono le possibili “zone d’ombra” che circondano Piracy Shield.


1. Ip univocamente conivolti:

Piracy Shield funziona raccogliendo, analizzando e bloccando gli indirizzi IP dei potenziali pirati, o meglio, in seguito alla segnalazione da parte dei detentori dei diritti di uno o più eventi la Piattaforma deve bloccare l’accesso a quegli IP (tradotti ed attraverso i nomi di dominio) entro i 30 minuti dalla segnalazione stessa.

E’ fatta esplicita nota (nel testo della legge) che il blocco a quell’IP deve essere “univoco” quindi unico e solo riferito all’uso dello stesso per la diffusione di contenuto protetto (live oppure VOD) e solo da quel particolare sito (segnalato).

Chi sarà demandato a verificare l’univocità di quell’IP? il riferimento legislativo sarà l’ISP (Internet Provider) che dovrà prendersi la briga di verificare che quell’IP non sia condiviso anche da altri siti o attività online perfettamente legali ed estranee alla Pirateria.  Sarà quindi necessario un controllo accurato per assicurarsi che solo gli IP coinvolti nella pirateria siano presi in considerazione e che vi sia un trattamento appropriato dei dati personali e funzionali degli eventuali altri siti che condividono lo stesso IP sul Server che li ospita. 

Nel caso in cui vi siano altri siti legali e legittimi a rischio blocco perchè in condivisione dello stesso Server IP, quale sarà il comportamento della Piattaforma e come sarà gestita l’esclusione?

Questo oltretutto ha un costo effettivo per la gestione del personale ISP che deve implementare il controllo e verifica e sulle eventuali (e plausibili) ore di straordinario. 

2. Il codice sorgente della piattaforma Piracy Shield:

La trasparenza è fondamentale quando si tratta di strumenti che influenzano la sicurezza e la privacy online. È essenziale che il codice sorgente di Piracy Shield sia accessibile (se non completamente pubblico ed Open Source)  ad esperti indipendenti per l’analisi e l’audit. L’accesso al codice sorgente od alla parte “admin” dovrebbe essere garantito a quei soggetti specializzati in grado di verificare oltre all’efficacia del sistema, tutti gli aspetti relativi alla sicurezza della Piattaforma cosi’ da garantire che non vi siano vulnerabilità, bug o backdoor che potrebbero essere sfruttate da malintenzionati o che ne compromettano l’uso.

3. Audit di terze parti coinvolti nel controllo sulla sicurezza della Piattaforma:

E’ chiaro che i soggetti incaricati di verificare Piracy Shield debbano provenire da enti di audit indipendenti (di terze parti) al fine di garantire trasparenza ed imparzialità aspetti sicuramente essenziali e di garanzia. 


4. E se usata illecitamente?

Un’altra preoccupazione riguarda l’utilizzo improprio di Piracy Shield, sarà necessaria una supervisione attenta e una regolamentazione adeguata per evitare abusi e garantire che Piracy Shield sia utilizzato solo per i suoi scopi dichiarati. Uno scenario in cui Piracy Shield dovesse essere presa “in accesso” da parte di Hacker potrebbe portare a conseguenze gravi ed a ripercussioni ad personam da cui sarebbe davvero difficile uscire.

Ecco perchè la parte sulla sicurezza e sulla gestione della Piattaforma dovrebbe avere comunicazione pubblica regolare con il coinvolgimento di enti e strutture specializzate sulla cybersicurezza e l’uso dei dati online. In fondo altre ad essere uno strumento votato alla difesa dei diritti di trasmissione è di fatto un Servizio Pubblico e pertanto deve essere trattato come tale, garantendo l’accesso ai dati ed alla pubblicazione degli interventi/blocchi effettuati non solo a scopo pubblicitario ma in modo che gli stessi possano essere verificati.

Ci si auspica che nel caso in cui vengano effettuati blocchi a siti o contenuti che non rientrano negli atteggiamenti illegali per i quali è nata Piracy Shield, vengano fornite pubbliche notizie in merito e relative procedure per interrompere il blocco e tempi di realizzazione.

5. Pubbliche dichiarazioni ed intenti da parte di tutti i soggetti coinvolti:

Sappiamo quali sono i soggetti coinvolti nel sistema Piracy Shield; ISP, Motori di ricerca, Gestori di DNS privati, VPN, Guardia di Finanza, ….ma non sappiamo come questi soggetti stiano gestendo il coinvolgimento o quali siano i costi a cui devono far fronte, mancano dichiarazioni o commenti in merito.

Alcuni soggetti particolarmente sensibili come DNS e VPN non hanno ancora replicato all’obbligo imposto ed all’affiliazione alla Piattaforma entro il 31/01/2024 e questa mancanza ha indubbiamente motivazioni commerciali (in particolare per le VPN) ma anche etiche visto lo scopo per il quale sono nate.

Piracy Shield d IP

Piracy Shield promette di essere uno strumento importante nella lotta contro la pirateria online, ma è fondamentale che venga adeguatamente controllato per garantire la sicurezza dei dati e la privacy degli utenti. Il blocco di IP univocamente conivolti, la disponibilità del codice sorgente per l’analisi indipendente, gli audit di terze parti e la prevenzione dell’utilizzo illecito sono tutti elementi chiave per garantire la fiducia nella piattaforma.

Solo attraverso un controllo adeguato sarà possibile sfruttare appieno il potenziale di Piracy Shield senza compromettere la sicurezza e la privacy degli utenti o per garantire la normale attività di tutti quei siti che non hanno nulla a che vedere con la Pirateria ..se non quello di condividere lo stesso IP sull’Hosting Server.

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Sarà Inter-Juve del 04/02 lo start ufficiale di Piracy Shield - TivuStream Project · 1 Febbraio 2024 alle 11:58

[…] ambiente equo e sostenibile per tutti gli attori coinvolti. Un servizio pubblico come Piracy Shield deve prevedere delle garanzie a tutela di tutti i diritti ed i diritti di tutti non soltanto di quelli di trasmissione di eventi o […]

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