Proviamo a valutare il perchè ancora nessun provider VPN ha preso una posizione definitiva in merito all’obbligo imposto da Agcom al blocco delle connessioni ai siti considerati illegali che trasmettono eventi Live od On-Demand ed alla conseguente affiliazione alla piattaforna Piracy Shield.

L’obbligo imposto da Agcom di bloccare la visione di eventi illegali su siti e piattaforme online ha sollevato interrogativi sulle reazioni dei provider VPN. Il fatto che ancora nessun VPN abbia ancora commentato o replicato a tale obbligo può dipendere da alcuni fattori come la complessità della regolamentazione, la tutela dell’anonimato degli utenti e il mantenimento dell’integrità del servizio.

Complessità della Regolamentazione:
L’obbligo dell’Agcom di bloccare la visione di eventi illegali rappresenta un intricato impegno regolatorio per i provider VPN. Le VPN si basano sulla capacità di fornire una connessione sicura ed anonima, e quindi garantire la privacy degli utenti. Implementare una politica di blocco degli eventi illegali potrebbe infrangere i principi fondamentali di utilizzo delle VPN, suscitando complessità legale e regolamentare. È possibile che i provider VPN stiano esaminando attentamente gli aspetti legali e i possibili effetti collaterali prima di pronunciarsi su tale obbligo.
Non è escluso che i Provider VPN stiano valutando quanto questo provvedimento sia “anticostituzionale” e decisamente contro le regolamentazioni (anche Europee) sul libero Mercato e sulle politiche commerciali permesse in ambito Web.
Sembra infatti che non ci siano indicazioni scritte o garanzie in merito che possano tranquillizzare i provider come “contropartita” all’adesione al blocco ed all’affiliazione alla piattaforma.

Tutela dell’Anonimato degli Utenti:
Uno dei principali benefici offerti dalle VPN è la protezione dell’anonimato degli utenti, consentendo loro di nascondere il proprio indirizzo IP e la propria posizione geografica, le VPN sono diventate uno strumento fondamentale per coloro che cercano di preservare la loro privacy online. L’obbligo di bloccare la visione di eventi illegali potrebbe intraprendere un percorso che mette a rischio tale anonimato, innescando reazioni negative da parte degli utenti. I provider VPN potrebbero quindi essere riluttanti a commentare o replicare a questa richiesta per evitare di mettere in pericolo la fiducia degli utenti nei loro servizi.
La politica No-Log intrapresa da molti Provider VPN potrebbe essere a rischio visto che, sempre secondo gli obblighi richiesti, l’organismo gestionale del sistema Piracy Shiled (Agcom in partecipazione con altri soggetti giuridicamente accreditati) potrebbe imporre ai Provider di mostrare i Log di accesso o di uso di banda o di navigazione.

VPN

Su questo punto in particolare riteniamo valga la pena di spendere qualche parola in merito visto che in analoghi precedenti lo sviluppo delle richieste ha, di fatto, comportato un nulla di fatto. Ci riferiamo nello specifico a Provider VPN che hanno sedi legali e giurisdizioni “Off Shore” e per questo teoricamente non hanno nessun obbligo verso legislazioni o imposizioni proveniente da altri Stati. Un secondo aspetto da considerare è la politica No-Log che molti Provider promettono ed attuano nei confronti dei propri Clienti/Utenti che garantisce una ulteriore forma di protezione della Privacy del cliente e che anche in presenza di esplicita richiesta da parte di uno o più organi giuridici non può fornire informazioni dettagliate sull’uso del servizio e tantomeno della navigazione del cliente.
In poche parole il Provider non può rilasciare tracce segnate dal cliente per il semplice fatto che non esistono fisicamente Log a riguardo.

Mantenimento dell’Integrità del Servizio:
I provider VPN potrebbero essere preoccupati per l’impatto che il blocco degli eventi illegali potrebbe avere sull’integrità del loro servizio. Agendo come intermediari tra gli utenti e i siti web, i provider VPN sono responsabili della trasmissione sicura dei dati e dell’accesso a contenuti limitati regionalmente. L’implementazione di un blocco degli eventi illegali potrebbe compromettere la qualità del servizio offerto ai clienti, aumentando la complessità delle infrastrutture e causando potenziali problemi di affidabilità. Di conseguenza, i provider VPN potrebbero essere cauti nel commentare o rispondere a tale obbligo per evitare di mettere a rischio la loro reputazione e la soddisfazione dei clienti.

In mancanza di prese di posizione reali e più o meno definitive, quanto detto sopra è supposizione basata su concetti logici e commerciali, chiaramente l’eventuale adesione al blocco imposto sarà per i Provider VPN un grosso problema sia gestionale sia finanziario oltre che, da un certo punto di vista, un banco di prova.

Non siamo ne Avvocati ne Giuristi ma è abbastanza evidente che questa imposizione rischia di violare alcune normative Europee sul libero mercato e sulle attività commerciali permesse sul web, ci auguriamo che si possa trovare un’intesa salvaguardando le aspettative sia delle Aziende sia dei Clienti. Attendiamo ulteriori sviluppi anche se il tempo comincia a scarseggiare visto che le adesioni e l’affiliazione alla piatttaforma è prevista entro il 31/01/2024

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