Luigi De Siervo Ad di Lega Serie A a “tutto campo” su pirateria, numero di partite all’anno, costo degli abbonamenti alle piattaforme Streaming e Televisive, fondi stanieri di investimento sul Calcio Italiano, provvedimenti pecuniari agli utenti finali del “Pezzotto”, e disparita Geografica Campionato Italiano tra il Nord ed Il Sud
De Siervo, invitato presso il centro commerciale Jambo-1 per un evento sulla Cyber Security moderato dal direttore del Mattino Roberto Napoletano, analizza il fenomeno della pirateria nel calcio, evidenziando come, dietro alla distribuzione illegale di contenuti, ci siano organizzazioni criminali come la camorra e la ‘ndrangheta.
Viene stimato che la pirateria sottrae circa 300 milioni di euro all’anno, causando danni economici significativi alle squadre di calcio. De Siervo elogia il governo italiano e le sue iniziative (Piracy Shield) ed i provvedimenti che ne sono scaturiti. Evidenzia anche come sia importante colpire gli utenti finali che usufruiscono di questi servizi pirata.
C’è un filo di Arianna che collega l’hacker con il terminale del cliente: ora dobbiamo risalire all’utilizzatore finale e sanzionarlo. Le norme ci sono. Un vero tifoso non vede la partita piratata, perché poi fa un danno al suo club. Ma è questione culturale, non legata al prezzo degli abbonamenti
Si discute anche dell’audience del calcio in Italia, con un focus sull’andamento delle prime giornate del campionato e sul numero crescente di partite, dovuto in parte alla UEFA e alla FIFA, che stanno aumentando il numero di competizioni. Questo sovraccarico rischia di danneggiare i campionati nazionali, come la Serie A, e di ridurre il valore delle competizioni locali.
Sì, il numero di gare è esagerato. Ma non è colpa nostra: le partite che organizziamo come Lega sono sempre le stesse. Da anni. Abbiamo in corso un battaglia legale con la Fifa per il Mondiale per club. Ma anche con la Uefa è in corso una discussione: in pochi anni il numero delle partite della nuova Champions e delle nazionali è cresciuto in maniera vertiginosa
Si parla anche della disparità geografica nella presenza delle squadre del Sud Italia, con un elogio al Napoli e al Lecce per i loro successi, e del ruolo di Aurelio De Laurentiis nella crescita del Napoli.
Infine, si affronta il tema dei fondi stranieri che investono nel calcio italiano e si sottolinea l’importanza di eventi futuri come l’Europeo del 2032 per lo sviluppo delle infrastrutture del Paese. L’intervista si conclude con un’analisi della pirateria, definita una minaccia diretta per la sopravvivenza del calcio moderno, che si basa principalmente sulla vendita dei diritti televisivi.
L’intervista di De Servio mette in evidenza diversi aspetti critici del calcio moderno, con particolare attenzione alle sfide economiche e legali derivanti dalla pirateria. Questa problematica non riguarda più solo la distribuzione illegale di contenuti, ma coinvolge organizzazioni criminali potenti, creando una rete complessa che minaccia il sistema finanziario del calcio (tutto).
L’attenzione posta sulle azioni del governo italiano dimostra che, nonostante gli sforzi, ci sono ancora passi avanti da compiere, in particolare nell’educazione dei tifosi sull’impatto negativo della pirateria. Il problema non è solo di natura economica, ma anche culturale, poiché molti utenti continuano a giustificare l’uso di questi servizi illegali.
La discussione sul calendario troppo fitto del calcio internazionale offre uno spunto di riflessione sul rischio di saturazione del mercato e sulla possibile erosione del valore delle competizioni nazionali, in favore di quelle europee. La Serie A, in particolare, risente di questa dinamica, poiché il numero crescente di partite internazionali potrebbe ridurre l’interesse per il campionato locale.
L’elogio al Sud Italia, con menzione del Napoli e del Lecce, serve come un richiamo alla necessità di una maggiore equità nella distribuzione delle risorse e dell’attenzione mediatica nel calcio italiano. Questo discorso si ricollega alla figura di De Laurentiis, che viene descritto come un visionario in grado di portare il Napoli a livelli internazionali, grazie alla sua esperienza e alla sua conoscenza del business audiovisivo.
La questione dei fondi stranieri è un segno della globalizzazione del calcio, con investitori internazionali sempre più interessati alla Serie A, vista non solo come un campionato affascinante ma anche imprevedibile, come dimostrato dai successi alternati delle diverse squadre negli ultimi anni.
Infine, l’allarme lanciato sulla pirateria digitale non è solo un monito economico, ma rappresenta una sfida esistenziale per il calcio moderno. Se il problema non verrà affrontato in modo sistematico, il rischio è che il calcio non riesca più a sostenersi economicamente, data la dipendenza dalle entrate derivanti dai diritti televisivi.
Il calcio moderno si mantiene sulla forza di vendere le partite. Stiamo aggredendo anche i motori di ricerca che per certi versi sono complici. Ci sono, ripeto, 300 milioni di euro di mancati introiti, ovvero il 30 per cento del valore dei diritti tv. Il calcio così viene ucciso, perché non ci sono più i mecenati di una volta che perdono soldi, viene speso quello che entra in cassa: abbiamo il calcio che meritiamo e questo sistema parassitario che non paga per vedere le gare va fatto saltare. Sennò salta il calcio. O noi o loro