Piracy Shield compirà il suo primo anno di vita nel prossimo Febbraio e le aspettative ed i progetti futuri sembra possano segnare un 2025 estremamente laborioso. Piracy Shield voluta dai detentori dei diritti televisivi delle partite dei campionati Italiani, e gestita da Agcom doveva servire per bloccare il “pezzotto” ovvero l’ IPTV illegale ed i siti di Sport in Streaming che diffondono illegalmente gli eventi live con particolare riferimento al Calcio.
In un recente commento di plauso all’operato della piattaforma, il Presidente di FAPAV (Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) Bagnoli Rossi ha espresso anche un auspicio affinchè Piracy Shield possa diventare lo strumento più adatto per combattere la pirateria dei contenuti di intrattenimento come FIlm e Serie TV diffusi illegalmente da migliaia di siti non autorizzati.
Auspichiamo che venga aperta al più presto la nuova consultazione pubblica, volta ad estendere la tempestività di intervento anche ad altri contenuti audiovisivi previsti dalla legge, tra cui ad esempio i film in prima visione e le dirette televisive non sportive, misura che il settore attende
Bagnoli Rossi
Da febbraio 2024, il sistema ha bloccato l’accesso a migliaia di indirizzi IP e nomi di dominio associati a trasmissioni non autorizzate. I commenti entusiastici derivati dai risultati che ha ottenuto Piracy Shield in questi undici mesi, hanno segnato interventi di soddisfazione anche da parte del governo che si è mosso ad ulteriore “fortificazione” del sistema inserendo ed approvando (nonostante le critiche e le rimostranze di Asstel) misure che di fatto hanno esteso gli obblighi di blocco ad organismi internazionali quali VPN, CDN e DNS providers.
Questa massiccia operazione di blocco è stata considerata un grande successo dalle autorità Italiane, dai detentori dei diritti (DAZN, SKY-NowTv, Amazon..) e da Lega Serie A.
Va però ricordato che di questi osannati numeri fanno parte anche una serie di errori più o meno grossolani, e di cui si è minimizzato, (ne abbiamo scritto QUI e QUI ) che hanno reso e rendono la piattaforma un sistema non ancora sicuro, controllato, e trasparente come dovrebbe essere e che rischia di compromettere ulteriormente la rete con possibili conseguenze gravi.
L’ultimo colpo (in ordine cronologico) andato a segno a vantaggio di Piracy Shield, riguarda la sentenza emessa dal tribunale di Milano (Dicembre scorso) nei confronti di Cloudflare, anche in relazione ad una precedente richiesta di Agcom che ne auspicava l’affiliazione allo scudo anti pirateria, obblighi di blocco compresi.
Tornando alla richiesta di FAPAV, i commenti fatti da AGCOM suggeriscono che la stessa possa essere presa in seria considerazione, allargando di fatto il campo di applicazione della piattaforma a contenuti non soltanto “live” ma anche “on Demand” o VOD come i Film o le Serie Tv. FAPAV rappresenta importanti organizzazioni e aziende cinematografiche, tra cui le filiali italiane di Netflix, Universal, Warner Bros e Walt Disney.
Per la discussione di questi passaggi e richieste è prevista una consultazione pubblica alla quale parteciperanno, ovviamente, tutti gli attori coinvolti ma che potrebbe escludere, per non partecipazione volontaria, alcuni organismi extra UE che di fatto non si sono ufficialmente esposti o meno a dichiarazioni pubbliche sugli obblighi imposti (le giurisdizioni e la dipendenza da legislazioni dei Paesi di appartenenza presuppone iter e tempi non convenzionali ed immediati).
Ci aspetta quindi un 2025 ricco di aspettative e seguiremo l’evoluzione che ne deriverà con la speranza che il detto “sbagliando si impara” possa dare i suoi frutti.
Chi ci legge o ci segue sa che a noi piace essere realistici ed un poco critici, a ragion veduta, e se il primo anno di Piracy Shield ha rischiato (e rischia) di sconvolgere il sistema Internet per come lo conosciamo oggi, pensiamo che occuparsi anche dei contenuti NON propriamente live con una piattaforma tecnicamente mal studiata possa, in realtà, aumentare il rischio di censure definitive in maniera allarmante.
L’auspicio è che non trattandosi di contenuti trasmessi in tempo reale, non debbano necessariamente beneficiare del blocco nei famosi “entro 30 minuti”, opzione che evidentemente genera un malcelata isteria che porta ad errate e sicuramente frettolose segnalazioni.
Questo dovrebbe permettere una più efficace valutazione della situazione e dare il tempo di verificare e di agire con maggior precisione evitando errori di Over-Blocking, od evitare di bloccare IP o domini estranei alla pirateria e perfettamente legali.
..staremo o vedere
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