Il Commissario Agcom Capitanio pubblica sul suo profilo LinkedIn un post scaturito da un’ultimo incontro avuto con il tavolo tecnico riguardante la nuova legge Anti-Pirateria (che sarà operativa nel corso del mese di Novembre) che si scaglia contro l’uso di VPN dichiarando che un utente che usa VPN per guardare un evento illegalmente ed attraverso un sito/piattaforma o più generalmente un sitema illegale è consapevole del reato che sta producendo.
La posizione del commissario Agcom Capitanio è controversa e sta sollevando diverse questioni legali.
Partendo dal presupposto che usare una VPN non è illegale e dal fatto che l’uso della stessa possa dipendere da una scelta personale di protezione della propria privacy e dei propri dati per la normale e quotidiana navigazione, cosa ne pensano i Fornitori/Provider di VPN ?
Innanzitutto, è assolutamente discutibile che l’uso di una VPN sia un reato ed è indiscutibile che ognuno di noi abbia il diritto di scegliere come e cosa utilizzare nelle attività in rete.
E’ risaputo che le VPN sono in grado di sbloccare contenuti altrimenti inaccessibili per questioni legate ai diritti Geografici, che siano strumenti di protezione contro i tracciamenti online che fanno i Provider Internet, i Motori di ricerca, i siti, i Social e tutti quei soggetti con i quali abbiamo a che fare in Internet.
Al di là della dichiarazione va tenuto conto del fatto che un sistema può individuare se sto usando una VPN ma dubito fortemente che proprio per le funzionalità e caratteristiche espresse da una VPN si possa risalire al mio IP reale e quindi essere multato.
Molte VPN garantiscono il No-Log e le giurisdizioni di molte VPN son in paesi Off-shore che non hanno nessun obbligo a sottostare a richieste da parte di organismi giuridici o di nessun’altra forma.
Ma da li a scoraggiarne l’uso con minacce di sanzioni lo trovo personalmente eccessivo. Questa legge sia per i tempi di approvazione “record” che ha avuto sia per il coinvolgimento di così tanti soggetti sta rischiando di rivelarsi un flop o perlomeno un sistema che poteva essere studiato per alternative al blocco arbitrario dei DNS valutando le conseguenze che ci saranno in modo più attento e proficuo.
Questa affermazione (e se seguiranno azioni pratiche) di fatto punisce i fornitori di VPN rendendola di per sè un provvedimento incostituzionale. La Costituzione italiana infatti garantisce la libertà di iniziativa economica, che include la libertà di fornire servizi di telecomunicazioni o legati al web.
Altro aspetto poco chiaro o che potrebbe rivelarsi un boomerang è il fatto che molti provider di VPN potrebbero rivalersi contro Agcom con azioni od esposti legali.
Questo è parte del Post di Capitanio sul suo profilo LinkedIn:
Martedì ho partecipato con molto interesse al confronto su #copyright e #pirateria promosso da FAPAV – Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali insieme a Studio Previti Associazione Professionale.
Il fatto che le organizzazioni criminali, che gestiscono il business della pirateria, stiano invitando i loro “clienti” a nascondersi dietro a sistemi #vpn è una notizia positiva.
Primo: la legge 93/2023 ha colto nel segno
Secondo: chi usa VPN non è un utente inconsapevole ma sa di commettere un reato. E quindi rischia una sanzione fino a 5.000 euro. E ho la sensazione che ne leggeremo delle belle.
La sensazione è che ci si stia accanendo su di un sistema che possa risultare inefficace o che produca effetti e conseguenze negative a chi con la pirateria e l’illegalità non ha nulla a che fare.
Ci si augura che venga rivalutata la posizione e che si facciano le cose con criterio più attento ai diritti di tutti e non solo (giustamente) ai diritti di chi detiene le proprietà dei contenuti.
Riprendi in mano la tua privacy e proteggi i tuoi dati personali.
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