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Roma 20.03.24 – Agcom, tutela diritto d’autore reti comunicazione elettronica – Audizione – Giacomo Lasorella (Presidente AGCOM) Alle ore 14, presso la Sala del Mappamondo, le Commissioni riunite Cultura e Trasporti hanno svolto l’audizione del Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), Giacomo Lasorella, in merito all’attuazione della legge 14 luglio 2023, n. 93, recante disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica.

Video dell’audizione completa:

L’audizione di Giacomo Lasorella Presidente Agcom ha di fatto evidenziato le criticità che la Piattaforma sta attraversando e quali sarano i possibili scenari una volta risolte.

I numeri:

314 richieste di accreditamento, 5 da parte dei soggetti detentori dei diritti e per questo anche “segnalatori”, Dazn, Lega Serie A, Lega Serie B, RTI, Sky

309 da parte degli ISP

Dal 02/02 al 03/03 bloccati 3.127 domini e 2.176 indirizzi IP.

11 provvedimenti cautelari per trasmissione illecita di eventi di calcio Serie A – Serie B – competizioni UEFA, Pallacanestro Euro Cup, Formula 1 e MotoGP

Nell’evidenziare le criticità apparse fino ad oggi Lasorella si sofferma su Motori di ricerca (Google in Primis), CDN, VPN, Open DNS o Custom DNS

Google al momento pur rendendosi disponibile a rimuovere risultati di ricerca e pubblicità a siti o sistemi di visione illegali non ha intenzione di accreditarsi alla Piattaforma e pare non intenzionata a disabilitare l’uso dei suoi Open DNS sostanzialmente per non creare un precedente oltretutto limitato ad un solo Paese quantomeno difficile senza dover bloccare l’intero sistema Open DNS .

Questo blocco non è stato mai attuato neanche in altri paesi e probabilmente Google ha il problema di non voler creare un precedente – spiega Lasorella – tuttavia l’assenza di un blocco sistema lascia lo spazio aperto per queste attività illecite, perché di fatto consente di aggirare i blocchi che sono posti dagli ISP

Un passaggio importante sull’uso dei CDN ed in riferimento a quanto accaduto lo scorso 24 Febbraio quando Piracy Shield ha bloccato un IP di Couldflare rendendo di fatto irraggiungibili migliaia di siti estranei alla pirateria solo perchè utilizzavano lo stesso IP condiviso del CDN

I soggetti dediti alla pirateria utilizzano sempre più frequentemente cosiddette content delivery network, CDN, ossia reti di distribuzione di contenuto, che per loro natura possono non essere univocamente destinate ad attività illecite” spiega Lasorella. “Sul medesimo indirizzo IP utilizzato per trasmettere contenuti pirata può esistere un dominio, magari fittizio e fatto apposta, che diffonde contenuti leciti e questo dominio impedisce che tutto l’indirizzo possa essere oscurato

Il presidente Agcom Lasorella evidenzia anche come l’utilizzo di CDN sia sempre più frequente e proprio per le funzionalità offerte sia di fatto la scelta migliore per chi gestisce siti con contenuti illegali.

Questione VPN

Uno dei metodi più efficaci utilizzati per aggirare gli oscuramenti dei siti in violazione ordinati dall’autorità consiste proprio nell’usare le VPN, le Virtual Private Network.

e sappiamo come non sia una novità constatare che l’uso di una VPN elude i blocchi imposti e rende fruibile un sito anche quando dichiarato bloccato. A questo proposito Lasorella spiega e dichiara che sono in atto contatti con i provider VPN al fine di trovare un accordo o una collaborazione affinchè l’uso delle stesse su suolo Italiano diventi regolamentato diversamente dallo stato attuale.

Interessante constatare però quanto una VPN, che nella stragrande maggioranza dei casi, ha Giurisdizione in Paesi Off-Shore non sia tenuta a seguire le imposizioni Italiane e che di fatto l’acceditarsi alla piattaforma sarebbe contro le “Mission” delle VPN e degli scopi per le quali sono nate. Al di la delle dichiarazioni secondo le quali chi fa uso di VPN è consapevole di aggirare la legge e quindi di compiere reato.

Questo scetticismo è stato evidenziato anche da Antonio Caso (M5S) durante il suo intervento all’audizione

Sappiamo che da quando è nato internet c’è sempre stata una lotta tra chi tenta di proteggere i diritti e i pirati che cercano di superare le protezioni. Da quanto mi hanno detto il pezzotto, ovvero le batterie di server che decodificano e ricodificano il segnale, non si usano più perché girano direttamente le chiavi di codifica: i protocolli sono bucati e le pay TV non vogliono aggiornare i sistemi di protezione perché renderebbero obsoleti quasi il 50% dei dispositivi presenti nelle case. I pirati prendono i flussi leciti e li ritrasmettono decodificati, quindi è la classica situazione in cui stiamo provando a rincorrere e lottare contro un qualcosa che potrebbe essere già superato. Siete consapevoli di tutto questo?

Un aspetto reale e realistico che andrebbe approfondito e che evidenzia come i soggetti detentori dei diritti potrebbero cambiare le carte in tavola e rendere l’attuale sistema di diffusione inefficace. Ma per far questo vanno investiti soldini che evidentemente non hanno intenzione di spendere oltre al fatto che eliminare il sistema Widewine L3 escluderebbe moltissimi dispositivi per incompatibilità, ma di sicuro potrebbe fare in un colpo solo quello che Piracy Shield ed Agcom devono fare ad ogni Ticket.

E vedremo se ci sarà un’eventuale risposta alla domanda.

Agcom

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