Ancora una volta il passato è tornato a bussare alla nostra porta, ancora una volta l’ha fatto grazie all’impegno di squadre di storici e archeologi costantemente impegnati a tutelare il nostro patrimonio culturale. Stavolta a parlarci di un’epoca lontana è una moneta rara, ritrovata in quel di Israele e immediatamente classificata come estremamente preziosa, anche per via delle sue particolarissime incisioni.


Il ritrovamento della moneta

Per capire com’è stata ritrovata questa moneta rara bisogna fare un passo indietro e specificare che, specialmente in questo periodo, sono in atto dei controlli a tappeto nei siti archeologici israeliani. Negli ultimi mesi diversi reperti archeologici sono stati rubati e mentre alcuni sono stati recuperati altri sono stati persi per sempre. Per limitare le azioni devastanti dei saccheggiatori, dunque, l’Israel Antiquities Authority (l’ente governativo israeliano che tutela le antichità e i siti archeologici del Paese) ha avviato una serie di missioni preventive.

Una di queste missioni prende il nome di Judean Desert Survey Project, ed è un progetto realizzato in collaborazione con il Ministero del Patrimonio e del Dipartimento Ufficiale di Staff dell’Unità di Archeologia dell’Amministrazione Civile in Giudea che ha visto una squadra di storici, archeologi, antropologi ed esperti inviati in alcune aree del deserto della Giudea con lo scopo di recuperare i tesori archeologici prima di eventuali ladri.

Proprio nel corso del Judean Desert Survey Project, la squadra si è avventurata all’interno di una serie di grotte e proprio in una di esse è stata rinvenuta la moneta, caduta per terra all’ingresso di una delle grotte e rimasta lì per secoli, in attesa di essere ritrovata.

La “Sacra Gerusalemme” e la sua datazione

La moneta, interamente in argento, ha un valore non solo economico ma anche e soprattutto storico. Sulla sua superficie sono incise delle parole in aramaico e in particolare spicca la dicitura “Sacra Gerusalemme”, cosa che ha portato il team dell’Israel Antiquities Authority a ribattezzarla proprio così. A una prima analisi, il manufatto dovrebbe risalire all’anno uno della prima rivolta ebraica contro i Romani, perché la parola “Sacra” è scritta senza una vocale, cosa che secondo gli archeologi va di pari passo con il modello di scrittura di quell’epoca.

Al centro della moneta sono poi raffigurati tre melograni, mentre sull’altra faccia è raffigurato un calice, sopra il quale appare la lettera Aleph che, sempre secondo le supposizioni degli studiosi, indicherebbe proprio il primo anno dello scoppio della rivolta, e il valore, mezzo shekel. Anche il calice confermerebbe l’epoca, perché monete con questa immagine vennero coniate proprio tra quando, in seguito alle rivolte (66-70 d.C.) il Secondo Tempio fu distrutto a Gerusalemme.

Una moneta “ribelle”

Secondo Yaniv David Levy, studioso di numismatica dell’Israel Antiquities Authority «monete del genere, risalenti al primo anno della rivolta, sono rare. In linea con il comandamento della Torah, che proibisce la rappresentazione delle immagini, gli ebrei usavano motivi vegetali e simboli religiosi sulle loro monete, mentre i romani raffiguravano simboli come gli animali, il ritratto degli imperatori regnanti e la lingua greca».

«Ciò ci dice – continua Levy – che questa moneta era essa stessa simbolo di ribellione, parte integrante della sfida ai Romani e della creazione di un’economia interna della rivolta ebraica. I ribelli coniarono le proprie monete d’argento e di bronzo raffiguranti simboli ebrei e scelsero la propria lingua, l’aramaico. Non ne sono rimasti molti esempi per le sanguinose repressioni, ed è questo che rende il ritrovamento ancor più straordinario».





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