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PiracyShield

Ultimo aggiornamento 05/07/2025 by buio2005

Piracy Shield ed UE

La Commissione Europea ha chiesto chiarimenti all’Italia riguardo al sistema anti-pirateria Piracy Shield, sollevando dubbi sulla sua conformità al Digital Services Act (DSA) e sul rischio di violazione della libertà di espressione e informazione garantite dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. 

In realtà era solo una questione di tempo affinchè diventasse ufficiale, lo avevamo già scritto e documentato nei nostri articoli di Gennaio ed Aprile,

In una lettera inviata (13 giugno 2025) al ministro degli Esteri Antonio Tajani e firmata da Roberto Viola, Direttore Generale per le Reti di Comunicazione, Contenuti e Tecnologia (a fine articolo è possibile scaricare la versione originale in lingua inglese e/o la versione tradotta in Italiano), la Commissione ha evidenziato diverse criticità nel regolamento AGCOM, tra cui la mancanza di proporzionalità nei blocchi rapidi e l’assenza di una base giuridica conforme al DSA per l’emissione di ordini di blocco da parte delle autorità nazionali.

Tra i punti sollevati, la Commissione ha sottolineato che i blocchi devono essere eseguiti entro 30 minuti, ma i ricorsi richiedono fino a 10 giorni, creando un potenziale squilibrio tra rapidità delle misure e tutela dei diritti degli utenti. Inoltre, la CCIA (Computer & Communications Industry Association), che rappresenta aziende come Apple, Amazon e Google, ha richiesto un riesame del testo per garantire un equilibrio tra la protezione dei diritti d’autore e la libertà di accesso a Internet.

PiracyShield
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L’Italia è stata invitata a modificare il testo finale del regolamento per recepire le osservazioni dell’UE, in particolare per quanto riguarda gli articoli 8, 8-bis, 9-bis e 10, che non rispetterebbero pienamente le disposizioni dell’articolo 9 del DSA. La Commissione ha inoltre ribadito che il contrasto ai contenuti illeciti non può gravare esclusivamente sugli Internet Service Provider, ma deve coinvolgere in modo equilibrato tutti gli attori del digitale, tra cui motori di ricerca, CDN e Marketplace.

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L’ Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) ha accolto positivamente i rilievi dell’UE, sottolineando la necessità di rivedere il limite delle 24 ore per presentare reclami e di introdurre sanzioni per segnalazioni inattendibili, in linea con il DSA. In poche parole, secondo la Commissione Europea, al momento e per come è strutturata Piracy Shield, non esistono misure sufficienti per prevenire i blocchi “sbagliati” o sproporzionati. Il sistema prevede uno sblocco entro 24 ore dalla segnalazione di errore, ma il lasso di tempo è valutato insufficiente e potrebbe risultare inutile potendo causare a cascata effetti negativi anche sui contenuti leciti e legali.

Non è chiaro quali siano i tempi di risposta che Agcom ed il sistema Piracy Shield debbano rispettare nel rispondere alle sollecitazioni della UE nella preparazione del testo definitivo comprendente le correzioni suggerite. Il campionato di calcio inizia tra poco meno di 2 mesi (24 Agosto) e staremo a vedere se il testo sarà consegnato in tempo utile oppure lo scudo anti pirateria ricomincerà il suo lavoro come durante il campionato scorso.

Certo è che se così com’è non pare conforme alle direttive Europee, ci sarà ulteriore spazio a contestazioni e dubbi sulla reale conformazione al rispetto dei diritti “fondamentali” o meno. Presumibilmente si andrà incontro ad un’altro campionato condito di proclami e proteste. Sono ormai oltre 2 anni che Piracy Shield esiste e sostanzialmente non si è ancora arrivati ad una definizione stabile o perlomeno affidabile visti i ripetuti e reiterati errori che continua a generare.

L’allargamento all’affiliazione a Piracy Shield sancito ed obbligato dagli emendamenti al DL Omnibus, che prevedono il coinvolgimento diretto ai blocchi da parte di soggetti terzi come VPN, CDN, DNS alternativi e Motori di ricerca, non ha ancora prodotto effetti reali e non ci sono affiliazioni ufficialmente definite e divulgate, è presumibile pensare che anche per il prossimo futuro non avvengano perlomeno in maniera ufficiale, restando confinate a test come quello recentemente effettuato con e da Google in merito ai suoi DNS.

Lettera UE testo originale
https://tivustream.com/downloadzz/EC-comments-to-Italy-Addressing-Concerns-250613-.pdf

Lettera UE testo tradotto (con DeepL) in Italiano
https://tivustream.com/downloadzz/EC-comments-to-Italy-Addressing-Concerns-250613-it.pdf

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