Il debutto di Piracy Shield è stato molto atteso, molti utenti e provider di accesso alla rete speravano che questo strumento potesse finalmente risolvere i problemi legati alla violazione del copyright e alla pirateria digitale. Tuttavia, nonostante i test effettuati in precedenza, sembra che il debutto di Piracy Shield non abbia risposto alle aspettative, perlomento in toto. Quali sono  i motivi dietro il mancato “botto” di questo strumento? proviamo a fare un’analisi generale

I troppi problemi da risolvere nonostante i test effettuati in precedenza:

Durante il periodo di test del Piracy Shield era emersa grande fiducia nell’efficacia di questo strumento. Tuttavia, con il debutto ufficiale (fissato con la partita Inter – Juventus di ieri sera 04/02, anche se la piattaforma è stata attivata già da Lecce – Fiorentina di Venerdi sera  02/02 ) , sono emersi numerosi problemi che, evidentemente, non erano stati rilevati durante i test. Le segnalazioni (Ticket aperti) sono risultati molto al di sotto delle aspettative (si parla di un centinaio) e molti di essi risultano doppi.

Non tutti gli attori coinvolti hanno procurato il Blocco come previsto e ne è prova la facilità con la quale si potessero trovare centinaia di risultati con una semplice query di ricerca “partite in Streaming gratis” o “calcio in Streaming”.. 

Questi problemi indicano chiaramente che c’è ancora molto lavoro da fare per perfezionare questo strumento.


Google non sta mantenendo le promesse fatte? :

Durante il processo di sviluppo del Piracy Shield, Google aveva promesso di fornire un efficace strumento di protezione contro la pirateria online promettedo di rimuovere tutti i siti illegali o appartenenti alle segnalazioni e di eliminare dai risultati di ricerca tutte le pubblictà o i siti “sponsorizzati” che mostravano offerte di IPTV illegale o di Contenuti protetti.

Vista la facilità invece di trovare e continuare a visionare partite in streaming gratuitamente, fa sospettare che Google non stia mantenendo le promesse fatte. Gli utenti si aspettavano una soluzione definitiva per combattere la pirateria digitale, ma Piracy Shield, così com’è ad oggi,  sembra essere solo un palliativo temporaneo. La stragrande maggioranza degli utenti Internet usa Google (anche se esistono ottime e più valide alternative per chi cerca Privacy) come motore di ricerca e se Big G non mantiene ciò che ha promesso Piracy Shield rischia di non ottemperare al suo scopo.

Piracy Shield


Super lavoro per i piccoli provider di accesso alla rete:

La mole di lavoro che dovrebbe implementare Piracy Shield rischia di diventare un incubo per i piccoli provider ISP chiamati a dover fare straordinari per gestire i Ticket ed i blocchi imposti ed accollandosi altretutto anche i costi (personale e gestione degli straordinari, anche se pare siano previsti rimborsi) con il timore di “prendersi” una multa molto salata nel caso di mancato blocco richiesto. 

Anche questo è un aspetto da rivalutare o da “limare” in quanto potrebbe esserci il rischio concreto che i Ticket non vengano evasi non per mancanza di voglia ma per reali problematiche gestionali.

La paura di bloccare IP leciti:

Uno dei principali problemi emersi con il debutto del Piracy Shield è la paura di bloccare IP leciti. C’è il rischio che questo strumento possa bloccare erroneamente indirizzi IP legittimi, causando interruzioni nel servizio o limitando l’accesso a contenuti legali. Essendo una Piattaforma automatizzata una volta individuato un IP da bloccare potrebbe venir meno l’ulteriore verifica e che questo IP (soprattutto quando il sito in questione fa uso di un CDN) sia di fatto un IP condiviso da altre centinaia di siti totalmente estranei alla pirateria.

Questa paura è comprensibile e nonostante negli intenti di Piracy Shield si parli di IP univoco (al sito illegale) è necessario un’ulteriore passo o verifica che scongiuri questo tipo di inconveniente fornendo una procedura semplice ed immediata nel momento in cui il proprietario del sito legale debba fare richiesta di sblocco.  


Nonostante le aspettative iniziali, il debutto del Piracy Shield non ha soddisfatto a pieno le promesse fatte. I numerosi problemi emersi durante il periodo di test e dopo il lancio ufficiale indicano chiaramente che ci sono ancora aggiustamenti da fare (ed è in parte comunque comprensibile) per combattere la pirateria online in modo efficace. Google, in particolare, deve assumersi la responsabilità delle promesse fatte e  risolvere i problemi attuali. La pagina dedicata ai provvedimenti diramati, come indicato in questo altro articolo, resta ad oggi non aggiornata 

Rimane ad oggi ancora da sciogliere il nodo VPN (e DNS privati) in quanto ancora ieri sera Inter – Juventus poteva essere seguita sui siti illegali con l’uso di VPN o di (alcuni) DNS privati o “custom” nonostante quei siti fossero stati dichiarati bloccati. E’ presumibile pensare che esendo scaduti i tempi di affiliazione alla piattaforma chiesti ai Provider VPN e DNS (erano fissati al 31/01), entrambi i soggetti abbiano in qualche modo declinato l’invito a partecipare al blocco ed all’affiliazione a Piracy Shield.

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1 commento

Piracy Shield; facciamo il punto - TivuStream Project · 29 Marzo 2024 alle 1:14

[…] quello che avevamo evidenziato in questo articolo sembra che Google abbia cambiato rotta e stia notevolmente riducendo i risultati delle query […]

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