Attualmente stiamo vivendo un processo di digitalizzazione globale che riguarda tutti gli ambiti: dal lavoro alle istituzioni, alle relazioni sociali.
Sta cambiando il modo di fare politica e di dare informazioni.
Stanno cambiando le trasmissioni della TV e della radio, che tramite i social (con gli hashtag) chiedono la partecipazione attiva agli utenti telespettatori/ascoltatori.
Insomma siamo nel bel mezzo di una rivoluzione a livello mondiale.
Paragonabile alla rivoluzione industriale che cambiò il modo di vivere e lavorare dell’ umanità.

da weblagoon.it

Essere connessi ad Internet oggigiorno è fondamentale.
Il Mobile è lo strumento di connessione preferito dalla maggior parte degli internauti.
Infatti il telefonino è diventato come un bene di prima necessità.
Ormai fa parte del nostro abbigliamento: se non lo abbiamo addosso ci sentiamo smarriti, come se non avessimo qualche indumento, forse anche intimo.
Tanto che già si stanno diffondendo i wearable cioè prodotti indossabili come orologi e occhiali smart che si connettono ad Internet.
E siccome il 60% degli accessi alla Rete provengono dal mobile, possiamo concludere che gran parte delle nostre azioni quotidiane sono integrate con il Web.

La comodità di avere oggetti quali smartphone e tablet a portata di mano dove e quando vogliamo, insieme alla diffusa moda di ottenere like o visualizzazioni, hanno portato gli utenti a condividere esasperatamente ogni momento della propria vita. E fino a qui tutto bene.

Ma ci sono alcuni “cercatori di like” che per mettersi in evidenza con i propri amici o trovare altre persone che si compiacciono delle loro azioni goliardiche, sono capaci di mettere a rischio la loro vita e quella dei propri figli per un selfie. Questo non va bene.

bambino fuori dalla finestra
da mamme.it

Proprio alcuni giorni fa in Algeria un signore ha tenuto il proprio figlio appeso fuori dalla finestra tenendolo per la maglia solo per ottenere dei like.
Incredibile ma vero!
Per non parlare di persone che si improvvisano appassionati di sport estremi per ottenere un post di successo.
Ci sembra normale (a me no per la verità) che esistano servizi (se vogliamo chiamarlo servizio) come il sito Blue Whale in cui le persone si infliggono dei tagli o si suicidano addirittura in diretta, anche se per fortuna la maggior parte delle immagini sembrano essere montate.
Omicidi in diretta Facebook (USA) o condivisi dopo l’ atto compiuto, le violenze più disparate in tutto il resto del mondo; bullismo, violenze di minori su altri minori ecc.  che tristezza!

Certo ognuno può farne l’uso che vuole dei social, ma questa faccia della medaglia esiste per davvero e purtroppo quotidianamente assistiamo a scene a dir poco raccapriccianti, per i like o per goliardia.

Poi c’è anche l’ altra faccia per fortuna: quella del Safety Check di Facebook, servizi vari di consulenze mediche gratuite, l’ immenso materiale per la ricerca che troviamo su Internet, l’ informazione in tempo reale ecc.

La spinta a questa condivisione esasperata ci porta però a sminuire la realtà, a tal punto che sembra più importante condividere i momenti della vita piuttosto che viverli intensamente.

Probabilmente, come ci dice il grande filosofo e sociologo Zygmunt Bauman (che ci ha lasciati lo scorso gennaio), potrebbe essere il “controllo quasi completo” che noi utenti abbiamo sui nostri network virtuali, uno dei motivi che ci spinge a questa condivisione esasperata.

Nel network infatti possiamo decidere chi seguire, con chi parlare, con chi non parlare; possiamo scegliere di bloccare un utente perché non abbiamo voglia di relazionarci con lui/lei.
Insomma possiamo costruirci il nostro network a nostra misura, come più ci piace e più ci aggrada. Così ci sentiamo appagati e contenti delle nostre relazioni virtuali perché sono come noi le desideriamo o almeno come volessimo che fossero.
Nella vita reale tutto questo è molto difficile che avvenga.
Nella nostra rete sociale dobbiamo sentirci partecipi e appartenenti ad essa altrimenti ci sarebbe il rischio di sentirsi esclusi.

relazioni virtuali
da amando.it

Attenzione però se le relazioni virtuali non corrispondono a delle relazioni reali (almeno in forma e sostanza simili a quelle virtuali) l’interazione sui social potrebbe avere i suoi effetti collaterali:
stati d’ansia, insonnia, depressione o anche vere e proprie malattie causate dalla dipendenza da Internet, ma di questo parleremo in un articolo a parte.

Buona Estate!

 

Il Web è libertà!
Salvaguardiamolo!
E’ nostro interesse.





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