Piracy Shield; non usiamo la parola hackerato in termini delinquenziali o di tradizionale associazione ma piuttosto letteralmente parlando “pirata informatico”, quel pirata informatico, sempre in senso letterale, che ha reso pubblico il codice sorgente della piattaforma Piracy Shield e più tecnicamente ha reso in “chiaro”, in 9 singole repo, quelle che sono :
Non sappiamo chi sia e del resto nemmeno lui ha intenzione di svelarsi come scrive piuttosto fermamente ” Non sono così stupido da mettere il mio nome ;-)”, fattostà che dalle ore 15.00 circa di oggi 26/03/2024 sulla sua repository di Github dal nome inconfondibile fuckpiracyshield (nick che ha scelto anche per se stesso) è possibile consultare il codice e le parti che compongono la piattaforma.
A proposito di nomi nello sfogliare il codice a dire il vero un nome appare spesso ed è quello di Daniele Maglie come appare anche passando il mouse sull’iconcina tonda a destra della foto di copertina “thinking about Daniele ?” un piccolo mistero che sarà svelato?
Per chi ha poca familiarità con i codici di programmazione può leggere la repo “data” che contiene guide e manuali operativi indirizzati ad ISP , Segnalatori e tutto il personale che ruota intorno alla Piattaforma
La Repository inerente Piracy Shield ha come Homepage un annuncio scritto in Lingua Italiana ed Inglese di chiara denuncia su quelle che a suo avviso sono le reali intenzioni di Piracy Shield ovvero un sistema di mera censura mascherato (o giustificato) dalla lotta alla Pirateria.
Piracy Shield, una piattaforma sviluppata da SP Tech Legal per AGCOM, non è solo un tentativo all’italiana di combattere la pirateria online, ma è anche una pericolosa porta verso la censura. Il suo blocco indiscriminato di siti web e indirizzi IP legittimi costituisce un pericolo immenso, aprendo la strada a una censura incontrollata sotto il pretesto dell’applicazione delle leggi sul copyright.
Concedere alle autorità il potere incontrollato di bloccare contenuti online, Piracy Shield rappresenta una minaccia significativa alla libertà di espressione e all’accesso alle informazioni. Questo approccio draconiano non solo fallisce nel combattere efficacemente la pirateria, ma mina anche i principi democratici fondamentali.
È necessario riconoscere Piracy Shield per ciò che realmente è: uno strumento di censura mascherato come una soluzione alla pirateria. Piracy Shield è semplicemente il risultato di incompetenza tecnica ed eccessiva burocrazia, una costante nel governo italiano.
Che Piracy Shield stia pericolosamente andando verso un potenziale disastro è un dato di fatto, dopo la pubblicazione del sito dove poter verificare se un IP o FQDN (fully qualified domain name) ha blocco attivo o meno, è possibile leggere che alcuni IP bloccati risiedono su CDN ed abbiamo già visto quanto questo sia un atto indiscriminato nel quale migliaia di siti, totalmente estranei ad attività illegali, vengono “spenti” producendo danni enormi sia economici sia di immagine.
L’ultimo CDN che si è visto bloccare IP (15) è AKAMAI il più grande CDN del mondo che si aggiunge a Cloudflare, Datacamp ed altri. Che ci si deve aspettare a questo punto? Di sicuro i Content Delivery Network non subiranno le interferenze senza dare atto a giustificate contromosse a salvaguardia dei propri clienti e dei servizi offerti. Senza contare i singoli soggetti vittime di blocchi ingiustificati.
Non spetta a noi giudicare ma inconfutabilmente si stanno generando errori e comportamenti superficiali che potrebero portare a conseguenze gravi e pericolose.