Vista dall'alto di Napoli

Fonte foto: 123rf



Un improvviso e inatteso regalo dal passato: a Napoli è stata scoperta un’antica cappella, minuscola ma al contempo preziosissima, che ha lasciato a bocca aperta persino i più esperti. Perfettamente celata, la piccola area sacra è arricchita da affreschi dai colori ancora vividi, che la rendono ancor più straordinaria.


Le tracce, la nicchia e il ritrovamento

Come spesso accade quando vengono rinvenuti reperti archeologici di grande valore, la scoperta della cappella è stata un caso fortuito. Il tutto è avvenuto all’interno dell’antico complesso benedettino dei Santissimi Severino e Sossio, struttura monumentale le cui origini risalgono al X secolo e che nel corso delle decadi è stata oggetto di diversi cambiamenti. Il complesso, attualmente sede dell’Archivio di Stato, è suddiviso in diverse aree, fra cui quelle del monastero, dove i monaci vivevano e lavoravano, e quelle della chiesa.

Con l’avvio del Grande Progetto Unesco (programma che comprende interventi finalizzati al recupero e alla valorizzazione del centro storico di Napoli), il complesso benedettino è stato oggetto di diversi lavori di recupero e restauro che, tra le altre cose, puntano anche a disostruire alcuni passaggi che nel corso dei secoli erano stati chiusi per separare più nettamente chiesa e monastero.

Proprio durante uno di questi lavori, una squadra di operai specializzati stava percorrendo uno dei vari collegamenti tra le zone e ha evidenziato su una parete delle tracce che sembravano evidenziare la presenza di una nicchia. Previa consultazione con storici e archeologi, la squadra ha aperto un minuscolo varco per sondare il terreno grazie a una minuscola telecamera, ed ecco lì la cappella, in tutto il suo splendore.

La cappella e gli affreschi

A colpire immediatamente gli esperti sono stati gli affreschi, storici e di grande valore: tutti i colori sono incredibilmente nitidi (complice probabilmente l’assenza di luce che li ha preservati) e mostrano al centro la scena della deposizione di Cristo, mentre ai lati i ritratti di due santi in abiti da vescovo, che si presume siano proprio i Santi Severino e Sossio a cui è dedicato l’intero complesso.

L’ambiente è adiacente a una zona specifica, quella del chiostro del Platano, e gli esperti suppongono che la piccola cappella sia stata murata nel 1400, quando l’edificio subì modifiche per la realizzazione di una scala che doveva permettere ai monaci di raggiungere più velocemente la chiesa. C’è chi suppone che la cappella fosse in principio destinata a raccogliere le spoglie e/o i resti dei santi ritratti, ma non ci sono ancora certezze: le analisi e gli studi approfonditi sono appena partiti.

I misteri da risolvere

Tutte le ipotesi del momento, dunque, non hanno alcun valore specifico. Come ha sottolineato Luigi La Rocca, Soprintendente e Direttore Generale del dipartimento di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio al Ministero della Cultura, fino al momento della scoperta non si sospettava nemmeno della presenza di questo ambiente: non ci sono notizie né alcun tipo di indizio che possa fare luce su quelli che potevano essere i suoi reali usi.

Adesso, le ricerche si focalizzeranno sugli aspetti iconografici, per datare precisamente la sala affrescata e cercare di ricostruire la sua storia. Intanto è già noto che la cappella verrà aperta al pubblico non appena i lavori di restauro saranno completati.





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