SCIENZA

È talmente particolare che in molti lo hanno paragonato all’ippogrifo di Harry Potter, ma la sua esistenza è minacciata: ecco perché il Becco a Scarpa preoccupa gli scienziati





Caterina Damiano


Giornalista & Seo Copywriter

Indagatrice dei motori di ricerca, copywriter e giornalista per passione. Sono un presunto personaggio immaginario, vivo scrivendo e scrivo per vivere.






Possiamo davvero dirlo: la Terra è ricca di animali peculiari, di creature stravaganti e di organismi che sembrano usciti da una storia fantasy o di fantascienza. Abbiamo pesci dagli stranissimi colori, meduse praticamente immortali e, addirittura, acari che vivono sulle nostre sopracciglia e ciglia. Eppure, c’è un animale in particolare che ha un aspetto davvero intimidatorio: il Balaeniceps Rex ossia l’uccello dal becco a scarpa.


Becco a Scarpa è, per altro, uno dei suoi nomi. Questo strano volatile pelecaniforme è  talmente particolare da essere stato persino paragonato all’ippogrifo di Harry Potter e ha quella che sembra essere sempre un’espressione ingrugnita. Tuttavia, non è per le sue bizzarre particolarità che ne stiamo parlando, ma perché ora più che mai si tratta di una specie in pericolo.

La storia del Balaeniceps Rex

Partiamo subito dalla cosa più importante da sapere sul Becco a Scarpa: la sua è una specie rara, l’unica vivente della famiglia Balaenicipitidae (del genere Balaeniceps). Lontanamente imparentata con l’umbretta (Scopus Umbretta), questa famiglia spicca per le grandi dimensioni dei suoi uccelli, per la punta uncinata del loro becco e per il collo tarchiato sormontato da una grossa testa.

Non è del tutto chiaro quando siano nati, ma ciò che è noto è che questi uccelli erano noti sia agli antichi egizi che agli arabi, anche se la loro classificazione ufficiale risale al XIX secolo. Altrettanto noto è il fatto che discenda dai dinosauri, per una questione prettamente evolutiva: tutti gli uccelli sono vertebrati che si sono evoluti dai dinosauri tetrapodi del Giurassico, anche se il Balaeniceps Rex ha un aspetto che sembra proprio “urlare” il suo collegamento diretto con i sauripsidi.

Gli esemplari di Becco a Scarpa nel mondo

Grazie ai petroglifi di Oued Djerat, in Algeria orientale, sappiamo che questo uccello in passato viveva nelle zone umide che coprivano quello che è l’attuale deserto del Sahara. Ora, il Becco a Scarpa vive per lo più a ridosso delle paludi d’acqua dolce dell’Africa Tropicale Centrale, in Sudan, Uganda, Ruanda, Tanzania nel Congo Orientale e nella Zambia settentrionale. Fino a una decina di anni fa questi particolari uccelli erano piuttosto numerosi e avvistarli non era difficile.

Oggi, purtroppo, la specie è in pericolo: la famiglia più numerosa si trova in una sub-regione del Nilo occidentale e se ne possono vedere alcuni esemplari in aree di pianure alluvionali, stagni e canneti. Il Balaeniceps Rex è infatti un uccello acquatico dalle lunghe zampe (come aironi e gru) che si nutre di pesci, rane, serpenti e piccoli coccodrilli, anche se non disdegna tartarughe, lumache, roditori e piccoli uccelli.

Il rischio estinzione

Come abbiamo già accennato, gli scienziati sono preoccupati per il Becco a Scarpa. A oggi, la popolazione complessiva di questo animale si attesta tra i 5.000 e gli 8.000 individui, che stanno lentamente ma inesorabilmente diminuendo. Le cause principali della sua probabile estinzione sono la distruzione dei suoi habitat naturali e la caccia: il Balaeniceps Rex è infatti molto lento e solitario, cose che ne facilitano la cattura. Anche la loro riproduzione non è facile, proprio per la loro indole solitaria. 

Per questa ragione BirdLife International, organizzazione non governativa internazionale che si occupa della protezione e della conservazione degli uccelli nel mondo, ha lanciato l’allarme classificando la specie come altamente vulnerabile.





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