Gli ISP (Internet Service Provider) Italiani come Tim, Vodafone, Wind Tre, Iliad e Fastweb scrivono al Governo chiedendo una modifica sostanziale agli emendamenti appena approvati ed inseriti nel DL Omibus
L’inasprimento delle norme anti pirateria , ed in particolare l’emendamento che prevede fino ad un anno di carcere per mancata o ritardata segnalazione, ha prodotto una levata congiunta di tutti i maggiori ISP Italiani che di fatto ritengono l’eventuale responsabilità penale un provvedimento decisamente esagerato e non conforme alle direttive Europee in relazione alla lotta alla pirateria.
Le missive sono state recapitate a varie figure del governo tra cui Alfredo Mantovano (Presidenza del Consiglio), Carlo Nordio (Ministro della Giustizia), Giancarlo Giorgetti (Ministro dell’Economia), Adolfo Urso (titolare del Mimit) e Andrea Abodi ( Ministro dello Sport)
Il nodo principale sta nell’aver “allargato” l’orizzonte di possibili complici della pirateria punendo di fatto non solo la pirateria ma anche chi, in qualche modo, la facilita. Nell’emendamento specifico si fa menzione dei sistemi che semplificherebbero la vita delle IPTV illegali o dei siti pirata:
emendamento 6.0.36 :
1 – I prestatori di servizi di accesso alla rete, i soggetti gestori di motori di ricerca e i fornitori di servizi della società dell’informazione, ivi inclusi i fornitori e gli intermediari di vpn (virtual private network) o comunque di soluzioni tecniche che ostacolano l’identificazione dell’indirizzo IP di origine, gli operatori di content delivery network, i fornitori di servizi di sicurezza internet e di DNS distribuiti, che si pongono tra i visitatori di un sito, e gli hosting provider che agiscono come reverse proxy server per siti web, quando sanno, sospettano o hanno motivi ragionevoli per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate condotte penalmente rilevanti ai sensi della presente legge, dell’articolo 615-ter o dell’articolo 640-ter del codice penale, devono segnalare, senza ritardo, all’autorità giudiziaria o alla Guardia di finanza tali circostanze, fornendo tutte le informazioni disponibili.
[…]
3 – Fuori dai casi di concorso nel reato, l’omissione o il ritardo della segnalazione di cui al comma 1 e della comunicazione di cui al comma 2 sono puniti con la reclusione fino ad un anno.
Il punto più controverso riguarda la responsabilità penale, che quindi colpirebbe anche i fornitori di servizi/accesso alla rete come ISP, VPN e DNS.
Oltre ai sopracitati soggetti non dimentichiamoci di Google che sentitosi chiamato in causa direttamente, per voce del suo Head of Government Affairs and Public Policy di Google Italia, Diego Ciulli, ha già espresso le proprie perplessità e l’impossibilità di assecondarne gli obblighi.
Gli AD (Amministratori Delegati) delle telecomunicazioni italiane (ISP) hanno definito la misura del carcere per i rappresentanti legali come eccessiva e sproporzionata rispetto alle violazioni che già sono regolamentate dal Codice Penale. Inoltre, hanno sottolineato che a livello europeo non esiste una normativa simile. Questa legge rischia di diventare più un attacco alle telecomunicazioni che una reale soluzione contro la pirateria.
Sottolineano invece come le telecomunicazioni abbiano sempre collaborato con le autorità per combattere gli illeciti informatici, investendo ingenti risorse per sostenere lo sviluppo digitale del Paese. La richiesta espressa al governo è fin troppo chiara: eliminare il comma 3 dell’emendamento approvato per garantire una legislazione più bilanciata e sostenibile.
La lotta alla pirateria online è una questione delicata e complessa, che richiede equilibrio tra la protezione dei diritti d’autore e la sostenibilità delle regole imposte ai vari settori coinvolti. La domanda che resta aperta è: riuscirà il governo a trovare un compromesso che soddisfi sia le esigenze delle emittenti, della Serie A, e quelle delle telecomunicazioni?
A giudicare da come si sta gestendo il problema e dalle “licenze poetiche” giuridiche che sono state proposte ed approvate, la sensazione è che il Governo stia percorrendo questa strada con determinazione e fin troppa enfasi, a discapito di una più ragionata e ragionevole strategia nel rispetto del lavoro ed aspettative di tutti.