P.Cok è una struttura e strutturata piattaforma che combatte la pirateria a livello Globale (Mondiale) con risultati davvero impressionanti. Un breve cenno al perchè e come è nata P.Cok va fatto partendo dall’Azienda che ne ha dato le origini la Kakao Entertainment:
Kakao Entertainment – Wikipedia è una società Sudcoreana che opera nel settore dell’intrattenimento, con particolare focus su servizi digitali come piattaforme di streaming, giochi online, webtoons (fumetti digitali) e altre forme di contenuti digitali. La società è stata fondata come Daum Communications nel 1995 e ha successivamente cambiato nome in Kakao nel 2014, diventando parte del più ampio ecosistema di Kakao Corp., che include anche servizi come KakaoTalk, una popolare piattaforma di messaggistica istantanea.
La task force antipirateria di Kakao Entertainment, nota come P.CoK, è stata istituita e creata dalla stessa società per contrastare la pirateria online dei contenuti digitali distribuiti attraverso le piattaforme della società. La missione principale di P.CoK è quella di monitorare e contrastare la pirateria, sia attraverso azioni legali sia tramite misure tecnologiche. Questo spesso include la collaborazione con le autorità competenti per identificare e perseguire i pirati digitali, nonché l’implementazione di tecnologie di protezione dei contenuti per impedire la distribuzione non autorizzata dei materiali prodotti da Kakao Entertainment.
Stiamo parlando di un’azienda enorme che sta dalla parte opposta del Globo ma che distribuisce contenuti video e web Stories (conosciuti anche come WebToons) in tutto il mondo e con un bacino di utenza di alcune centinaia di milioni di seguaci.
I numeri parlano chiaro visto che tra i contrasti alla pirateria siano essi stati fatti con specifiche tecniche di IT o attraverso la collaborazione con gli enti giuridici del Paese di competenza, nel periodo tra Giugno e Dicembre del 2023 P.Cok ha rimosso un totale di oltre 208.000.000 di contenuti di cui oltre 7.000.000 di contenuti diretti ed oltre 201.000.000 di link a contenuti illegali rimossi dai risultati di ricerca.
Numeri che in confronto alla “nostra” Piracy Shield ne delineano di gran lunga le dimensioni e le capacità.
P.Cok non si ferma ai risultati ottenuti con i sistemi “standard” ma ha adottato una linea molto simile ad un condono fiscale ( di cui siamo abituati a sentire qui in Italia) per i proprietari di siti o piattaforme illegali che a fronte di una sorta di auto-denuncia saranno premiati con un corrispettivo in Denaro. Non sappiamo per certo l’entità dello stesso ma si parla di cifre a 5 zeri.
Oltre ancora a questa iniziativa P.Cok ha pubblicizzato e dichiarato attraverso il suo account X che saranno premiati con la somma di 22 Dollari (per singola segnalazione senza limite di segnalazioni) i “segnalatori” che a fronte del fornire dati utili a rintracciare e riconoscere il “Pirata” (Email, Nome e Cognome, Indirizzo di residenza e/o ogni altro dato utile) saranno appunto premiati con il corrispettivo in denaro.
Partiamo dal presupposto che il team Anti Pirateria Italiano possa aver già previsto misure (e magari già implementate) volte a creare una rete di informatori con il compito di iscriversi a Forum, siti, Piattaforme, Pagine Social, Gruppi Telegram od altre Chat più o meno attive,… trattanti argomenti considerati illegali, con lo scopo di segnalarne i proprietari o gli indirizzi al fine del blocco.
Se i nostri “bloccatori” assoldassero, alla luce del sole, segnalatori e promettessero anche contributi in denaro (o benefici/bonus alternativi) come cambierebbe lo scenario esistente?
Non serve un sociologo o un luminare di storia civile per rendersi conto di quanto un’idea simile in Italia possa avere conseguenze da Far-West dove il primo che spara vince ..e resta in vita. Anche nell’ipotesi in cui fosse fattibile un’iniziativa di questo genere deve essere regolata da direttive e linee di condotta ferree e di assoluta comprensione.
In uno scenario come quello attuale dove Agcom e Piracy Shield sono sotto la lente di ingrandimento e dove non mancano polemiche, ingiunzioni, e ricorsi fino al Consiglio di Stato, una miccia come questa porterebbe ad una detonazione tale da far saltare tutte le regole di civile convivenza Internet.
Abbiamo scritto più volte che lo scopo di Piracy Shield o Di P.Cok o di Arcom o di qualsiasi altra organizzazione/piattaforma che combatte la pirateria online sia socialmente ed economicamente encomiabile, ma è altrettanto vero che il sistema con cui vengono perseguiti gli obiettivi deve rimanere trasparente, chiaro, ed attuabile soprattuto da un punto di vista “tecnico” nel rispetto della privacy e dei diritti di ciascuno di noi.
Detto questo ci auguriamo che questa lotta possa proseguire nel rispetto di quanto sopra e che magari si prendano in considerazione azioni sociali per passare i messaggi giusti e per far si che la mentalità di massa possa cambiare senza dover ricorrere a misure censorie che di fatto, invece, passano il messaggio opposto spesso interpretato malamente con il rischio di incrementare il dispetto comune (o di gran parte del pubblico) fomentando azioni o solidificando le abitudini poco legali di molti individui.
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