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- Pirateria: Firestick ed altri ...
Il rapporto del 30 Maggio scorso di Enders Analysis (1) pone l’attenzione critica sul ruolo di specifici dispositivi, come la Firestick, e piattaforme digitali, evidenziando come le loro caratteristiche tecniche o le politiche di gestione possano, anche involontariamente, facilitare la diffusione di contenuti piratati.
(1) Enders Analysis offre un servizio di ricerca in abbonamento che copre i settori dei media, dell’intrattenimento, delle telecomunicazioni mobili e fisse in Europa, con particolare attenzione alle nuove tecnologie e ai media.
La ricerca è indipendente e basata sull’evidenza scientifica e copre tutti gli aspetti del mercato: consumatori, aziende leader, trend di settore, previsioni, politiche e normative pubbliche.
Una lunga lista di autorevoli sostenitori/sottoscrittori di Enders Analysis è consultabile qui.
E’ questo il primo aspetto che, andrebbe considerato e che sostanzialmente va a discapito della maggioranza degli sforzi che, sistemi come Piracy Shield, stanno facendo per combattere la pirateria. Questi sistemi si basano sul blocco dell’accesso ad una determinata risorsa nel momento in cui viene segnalata come illegale. Blocchi effettuati lato DNS per impedire che gli stessi restituiscano l’accesso attraverso il domino.
Ma se il blocco in se è efficace in quel momento ed in quella circostanza (sito illegale) e circoscritto a quell’utenza “sprovveduta” che non utilizza sistemi “anti blocco” (VPN, Proxy, DNS alternativi…), che dire di un dispositivo dove posso riprodurre un flusso Streaming assolutamente lecito ma in un modo assolutamente illegale?
Esistono i flussi che provengono direttamente dalle fonti ufficiali (Dazn, Netflix..) e che dovrebbero essere protetti da sistemi anti pirateria come il DRM, ma gli stessi vengono riprodotti dai Player installati sui dispositivi, come la Firestick, perchè le chiavi di protezione sono state “bucate” e perciò impossibile riclassificarli come illegali o piratati.
Questo è solo un aspetto (forse il più eclatante), ma le considerazioni vanno fatte per tutte le altre alternative installabili con altri e specifici Player multimediali (Kodi e gli Add-on già pronti e confezionati è un’altro esempio) o sistemi p2p come Acestream.
Queste “alternative” alla rete in realtà non sono bloccabili e le fonti da cui provengono gli eventi non sono facilmente reperibili o riconoscibili in una normale navigazione Web, ma piuttosto costruite e rese disponibili dal sistema stesso, senza interazione con una connessione esterna “in chiaro”.
Amazon Firestick e il Sideloading: Dispositivi come la Firestick sono fondamentalmente lettori multimediali basati su Android TV. La loro popolarità deriva dall’economicità e dalla facilità d’uso. La natura “aperta” del sistema Android permette una pratica nota come “sideloading“, con il quale è possibile installare applicazioni (APK) di qualunque tipo scaricate da fonti esterne all’Amazon Appstore.
Implicazione Tecnica: La configurazione di Firestick per lo streaming pirata è spesso semplificata da tutorial online e software pre-configurati, rendendola accessibile anche a utenti non esperti. La vasta diffusione e l’interfaccia utente familiare contribuiscono a renderli strumenti primari per l’accesso a servizi pirata.
Google e Microsoft: La Debolezza dei DRM (Digital Rights Management).
I sistemi DRM sono tecnologie progettate per proteggere il copyright dei contenuti digitali, controllandone l’accesso e l’uso. Google Widevine e Microsoft PlayReady sono tra i DRM più diffusi, utilizzati da piattaforme di streaming legali per criptare e distribuire contenuti.
Implicazione Tecnica: Il rapporto critica la presunta “mancanza di interesse” di queste aziende nel rafforzare i propri DRM, che di fatto al momento sono “abbandonati”.
Aggiramento (Bypassing): I sistemi DRM quindi, così come sono al momento, non sono in grado di proteggere i flussi video come invece dovrebbero. Esistono (diffuse) tecniche per “catturare” il flusso video dopo che è stato decifrato (ad esempio, tramite attacchi a livello hardware o software sulla catena di rendering video) o per estrarre le chiavi di decrittazione, consentendo la ri-trasmissione non autorizzata ma non individualbile come pirata visto che il flusso appare come proveniente dalla fonte ufficiale.
Ritardo negli Aggiornamenti: Un DRM richiede aggiornamenti e patch costanti per contrastare nuove vulnerabilità scoperte. Un’inerzia in questo processo può rendere (e rende) i sistemi esistenti suscettibili ad attacchi noti. La facilità di aggiramento di questi sistemi, fa si che la protezione offerta è insufficiente a scoraggiare operatori pirata sofisticati.
Facebook (Meta): L’uso delle Piattaforme Pubblicitarie: Meta (con le sue proprietà Facebook, Instagram, WhatsApp ..) è di fatto il maggior veicolo pubblicitario (dopo Google) che si possa trovare in rete. Il Target è immenso ed il rapporto costi/benefici è impressionante. Meta è accusata di aver permesso (e di permettere) annunci che promuovono esplicitamente servizi di streaming illegali.
Implicazione Tecnica: Perchè avviene? I meccanismi di moderazione (umana) degli annunci ed i sistemi di intelligenza artificiale (AI) di Facebook, preposti a identificare e bloccare contenuti e pubblicità violanti le Policy, o sono insufficienti oppure sono “pilotati” verso una sorta di scelta in base al denaro investito od al numero di visualizzazioni. Chi utilizza le piattaforme Meta per pubblicizzare offerte “pirata”, al di la del permissivismo evidente, usa spesso anche tecniche di “cloaking” (mostrare contenuti diversi a revisori e utenti normali) per eludere i controlli automatici. La responsabilità ricade sulla capacità di Facebook (Meta) di rilevare e agire tempestivamente contro tali violazioni, sia a livello algoritmico che manuale.
Amazon: Il conflitto tra business e conformità: I numeri di Amazon sono assolutamente inconfutabili, ed una grossa fetta è rappresentata dalla vendita dei dispositivi (in una visione generale) Fire. La parte del leone la fa sicuramente la Firestick (con tutte le sue varianti), visto che è il dispostivo Multimediale più utilizzato al mondo. Vuoi per la facilità d’uso vuoi per il prezzo più che ragionevole e per le indiscusse capacità, la Firestick ha creato un vastissimo “mondo a parte” dove è possibile trovare e fare praticamente tutto.
La posizione di Amazon , in questo frangente, è perlomeno ambigua e se da una parte difende e proclama la legalità con le rigorose politiche contro la violazione del Copyright, dall’altra vende un dispositivo, la Firestick, che può essere utilizzato per scopi illegali. Attenzione; è chiaro che la Firestick nasce per usi leciti ed è predisposta per l’utilizzo di piattafoprme di streaming legale ed ufficiali, e che Amazon ne indichi l’uso per questo è un dato di fatto.
Quello che però il report evidenzia è che la stessa Amazon non abbia o stia facendo nulla per impedire, o perlomeno limitare, le possibilità di personalizzazione (Sideloading) e “manomissione” (Jailbreak) del dispositivo.
Ma se queste peculiarità e possibilità sono per la maggior parte le motivazioni per le quali si compra una Firestick, va da se che Amazon possa essere riluttante a rinunciare ad introiti simili nel momento in cui vendesse un dispositivo “bloccato”.
Alla luce di quanto evidenziato, è chiaro che il/i Sistema anti pirateria debba cambiare rotta o perlomeno includere nella “lotta” normative od interventi che siano mirati a ridimensionare e correggere l’uso di alcuni dispositivi e sistemi illegali di visione.
E’ un pò come una lotta dentro la lotta visto che si dovrebbe convincere i Big Tech che le politiche adottate fino ad oggi ed il permissivismo più o meno evidente, non siano le strade giusta al contrasto all’illegalità
Detta così sembrerebbe semplice ma le implicazioni economiche sono certamente un ostacolo pressochè insormontabile. Visto e considerato che l’utilizzo dei dispositivi e sistemi di visione per accedere a contenuti considerati illegali è così vasto e di comune condivisione, accanirsi sui blocchi alle risorse pirata nel Web “tradizionale” rischia di diventare inutile e generare solo costi, oltretutto per qualcuno insostenibili.
Purtroppo nel panorama generale e relativo al contrasto alla pirateria si sta arrivando ad un sistema censorio dove i blocchi e gli accessi negati stanno proliferando <alla velocità della luce>. Non si tiene più traccia dei blocchi (ed è pressochè impossibile conoscere quali risorse illegali siano state bloccate), fino a quando non si impedisce l’accesso a qualche risorsa lecita e legale “per sbaglio”, ma tale risorsa deve avere un riscontro globale (Google drive ad esempio) , quando invece tutte le altre rimangono nell’ombra e nemmeno i proprietari se ne accorgono.
Non siamo noi a dirlo ma con una semplice ricerca alle voci pirateria, blocchi, VPN, DNS, Piracy Shield, Agcom ..basta leggere un risultato a caso per avere conferma dell’aria che tira. Abbiamo scritto pochi giorni fa della nascita di DNS4EU come nuovo servizio DNS alternativo riservato agli utenti “Europei”, e siccome siamo un pò costruttivamente maliziosi, non ci stupisce più di tanto il tempismo dimostrato.
Ci ci garantisce che questo servizio, nononstante le politiche di Privacy pubblicate ed a primo avviso corrette, non sia in realtà al soldo dell’UE e delle sue leggi come il Digital Services Act? Un modo per tenere traccia delle attività singole dei cittadini Europei.
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